Alcune osservazioni al nuovo pacchetto di misure sull’Economia Circolar
L’Europa e’ la regione del mondo che piu’ dipende da materie prime importate, pertanto il problema di trasformare il suo modello di produzion
consumo e contestualmente ridurre gli impatti ambientali connessi, resta prioritario. La Risoluzione (2014/2208) del Parlamento europeo del 9 luglio 2015 sull’efficienza delle risorse ha posto le basi per la transizione verso un‘economia circolare, cioe’ verso un modello di sviluppo economico che limita lo sfruttamento delle risorse, riduce progressivamente la produzione di rifiuti e orienta la produzione industriale verso la fabbricazione di beni durevoli e facilmente riciclabili a fine vita. In sintesi il superamento del modello economico lineare “preleva, produci, usa, getta“.
Una nuova rivoluzione “green” nel modello di consumo e produzione che interessa trasversalmente tuttii settori: dall’agricoltura all’edilizia, dalle risorse energetiche alla gestione dei rifiuti, dalla grande industria alle comunità locali fino al singolo cittadino e che richiederà investimenti nella ricerca scientifica e in nuove tecnologie con impatti sicuramente positivi nella creazione di nuove opportunità di lavoro.
Il pacchetto di misure adottato dalla Commissione Ambiente europea il 2 dicembre 2015 e’ un importante passo in avanti per la transizione dell’Europa verso un’’economia circolare e quindi per il superamento del modello economico lineare “preleva, produci, usa, getta“.
Il pacchetto ha come finalità la modifica delle principali Direttive inerenti i rifiuti (Direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, la Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e rifiuti di imballaggi; la Direttiva 1999/31/CE sulle discariche, la Direttiva 2012/19/EU sui RAEE ) e contiene una comunicazione della Commissione dal titolo “Closing the loop: an EU action plan for the circular economy”
Di seguito alcuni elementi, contenuti nella proposta della Commissione:
Ci sono novità anche in merito alla responsabilità’ estesa del produttore.
Gli Stati membri hanno avviato tavoli di consultazione per proporre osservazioni al documento della Commissione Ambiente Europea che dovrebbe essere definito entro giugno prossimo. In Italia è stato istituito a dicembre un tavolo presso il Ministero dell’Ambiente (al quale ho partecipato) che ha elaborato proposte di modifica. Anche la Commissione Territorio, ambiente, beni ambientali del Senato ha avviato una consultazione pubblica che si è conclusa il 1° aprile 2016 ed i cui esiti verranno discussi in una conferenza da tenersi entro il mese di maggio.
I temi sui quali a mio avviso occorre intervenire prioritariamente sono quello della prevenzione (al primo posto nei criteri di priorità nella gestione dei rifiuti – art. 179 D.Lgs 152/06 recepimento della Direttiva 2008/98/CE) e della responsabilità estesa del produttore (REP).
Il pacchetto è infatti ancora debole sia in materia di prevenzione della produzione di rifiuti, non sono stati definiti obiettivi precisi e mancano gli strumenti economici, che di REP poiché sarebbe stato opportuno prevedere la revisione dei sistemi che non hanno garantito un’adeguata prevenzione e definire adeguatamente la copertura dei costi di raccolta dei rifiuti; occorre anche opportuno allargare tale principio ad altre categorie (ad esempio il tessile).
Il tema della REP e della riduzione della produzione dei rifiuti sono quindi prioritari ma vanno definite le giuste misure. L’introduzione del vuoto a rendere rappresenta un grosso contributo alla riduzione della produzione dei rifiuti e impatta anche sulla REP.
E’ una pratica attiva in molti Paesi del Nord Europa, il meccanismo e’ semplice: chi acquista un prodotto “vuoto a rendere” paga una cauzione (in Germania ad es. varia da 8 a 25 centesimi a seconda del tipo di materiale) che viene resa al momento della restituzione del contenitore integro e pulito. I prodotti soggetti al vuoto rendere sono in genere bottiglie di vetro e di plastica e lattine. Il vantaggio di un tale sistema e’ duplice poiche’ concorre a:
Il DDL “Collegato Ambientale” – convertito con Legge 28/12/2015 – con l’art 39 “Sistema di restituzione di specifiche tipologie di imballaggi destinati all’uso alimentare” introduce nel D.Lgs. 152/2006 l’articolo 219-bis che detta disposizioni sull’introduzione del vuoto a rendere su cauzione, solo per imballaggi contenenti birra o acqua minerale serviti al pubblico, in via sperimentale (12 mesi) e su base volontaria del singolo esercente. E’ un primo, passo verso l’introduzione di tale sistema, ma e’ ancora poco. Occorre allargare l’ambito di applicazione ad imballaggi di altri materiali e supportare da subito l’avvio di sperimentazioni a livello locale.
Roma, 16 maggio 2016
Ing. Francesco Sicilia